Una lunga strada ancora da fare per i partiti sardi...

Le vicende della Catalogna interessano tutta l'Europa e stanno creando uno spazio per un dibattito. Purtroppo il dibattito è molto polarizzato, e questo anche per colpa sia delle istituzioni spagnole che quelle catalane. Quello che penso del processo di indipendenza catalano l'ho scritto qua. Aggiungo che in una democrazia, è fondamentale che a riconoscere l'autorevolezza di decisioni importanti siano per primi coloro che non sono d'accordo con quelle decisioni.

Un esempio virtuoso di questa autorevolezza era stato il referendum scozzese:

- La data del referendum era stata decisa 18 mesi prima, dando l'opportunità a tutte le parti interessate di organizzarsi e partecipare al dibattito; il referendum catalano era stato indetto ufficialmente un mese prima.
-  La decisione del parlamento scozzese di indire un referendum era stata legittimata in parlamento  mentre quella presa dal governo catalano non era stata apparentemente  legittimata dai 2/3 del parlamento, come avrebbe dovuto.
- Come in Catalogna, non esisteva un "quorum" per il referendum scozzese, ma l'ampia preparazione al voto aveva assicurato una partecipazione enorme sia al dibattito (il governo scozzese, per esempio, aveva inviato a tutti i cittadini un ampio dossier su come una Scozia indipendente sarebbe stata), che al voto.
Insomma, tutte queste differenze avevano permesso che nessuno in Scozia, sia che fosse contrario che favorevole all'indipendenza, potesse mettere in dubbio l'autorevolezza e la legittimità della decisione finale.

Non c'è dubbio che la Catalogna abbia dovuto giocare su un campo diverso rispetto alla Scozia: il governo spagnolo ha sempre rifiutato di accettare che la Catalogna potesse anche solo pensare di fare un referendum. Tuttavia le tappe forzate non permettono di considerare il governo catalano legittimato da un processo adeguato. Anche il solo fatto che l'indipendenza sia stata dichiarata con un voto svoltosi nel caos e a cui hanno partecipato solo il 43% degli elettori, mette in evidenza un serio problema di autorevolezza.

Volevo però riflettere sulle ripercussioni di questa questione in Sardegna.

La maggior parte dei partiti indipendentisti, compresa Sardegna Possibile, ha firmato questo comunicato.Il comunicato mette un evidenza un problema profondo:  mette in opposizione la legalità fondata sulla sovranità del popolo, a quella fondata sulle leggi.

Penso che questa sia una contrapposizione falsa, e una affermazione molto pericolosa, perchè dimostra una tendenza al populismo. È molto preoccupante che anche partiti come Sardegna Possibile che si propongono come partiti di governo della Sardegna, dimostrino di avere poco rispetto per il principio dello stato di diritto.
Viene da chiedersi come si propongono di governare questi partiti se per loro lo stato di diritto è semplicemente ribaltabile quando esiste "la volontà popolare".

Penso invece che lo stato di diritto sia la base di una democrazia vitale. Questo non vuol dire che il diritto è scritto per sempre, immutabile: ma la volontà popolare va esercitata in forme che assicurino l'autorevolezza del processo di cambiamento, non a base di plebisciti.

Per ribaltare questi argomenti, il partito indipendentista di maggior successo in Europa, Scottish National Party, avendo una maggiore cultura istituzionale, si è tenuto completamente alla larga dalla questione catalana, dicendo, per esempio che "ovviamente lo stato di diritto è importante; ovviamente la democrazia è importante. Ma non si può mettere l'uno contro l'altro, e questo è quello che Spagna e Catalogna hanno fatto".

Purtroppo sembra che per i partiti indipendentisti sardi la difesa dello stato di diritto non sia una cosa ovvia. Questa mancanza di cultura istituzionale non sarebbe un problema se i partiti sardi si proponessero di parlare ai convertiti. Diventa invece un problema quando si propongono di parlare ai moderati. Se infatti i partiti sardi non cambiano linguaggio e non maturano una cultura politica fatta di istituzioni, stato di diritto, e riforme, sarà davvero difficile convincere i moderati quando si ripresenteranno al voto.

Democrazia e referenda (2)

I miei pensieri sul referendum catalano:
 
1.Usare la forza contro persone che pacificamente vogliono votare e' vergognoso e denota la matrice autoritaria e anti-democratica del governo spagnolo. Niente puo’ giustificare l’uso della violenza e l’abuso. 
 
2. La democrazia non si esprime unicamente nel voto o nei plebisciti, ma si esprime attraverso "checks & balances", contrappesi e misure di bilanciamento/moderazione che garantiscono che determinati processi siano condivisi e partecipati per garantire i diritti di tutti i cittadini.
Nel caso di Brexit, la democrazia avrebbe richiesto garanzie sui diritti di nazioni cosi’-dette "minoritarie" (es. Scozia), o garanzie sui diritti dei cittadini UE, per esempio.
Nel caso della Catalonia, una posizione bilanciata avrebbe richiesto un quorum per il voto, e il voto come l'inizio di un processo di negoziazione sulla forma di governo. Decidere di non avere un quorum per prendere una decisione talmente importante come indipendenza, o la dichiarazione di dichiarare l'indipendenza dopo due giorni dal voto, non mi sembrano cose che assicurino un processo di indipendenza condiviso e partecipato. 
 
3. Durante il referendum scozzese, c'è stato una grande partecipazione nel dibattito sul tipo di nazione che la Scozia sarebbe diventata dopo il referendum. Molte persone che non avevano mai partecipato alla politica si sono ritrovate coinvolte e appassionate, e sono nati diversi gruppi (per es. Common Weal http://allofusfirst.org/) che proponevano una visione di società’ per il futuro della Scozia. Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che questo tipo di dibattito sia mancato in Catalonia. In parte la responsabilità e’ della Spagna, che ha cercato di reprimere ogni tentativo di voto con la forza e l’abuso di essa. Ma chiedere l’indipendenza senza un dibattito partecipato sulla forma di società che si vuole non mi sembra un esempio virtuoso di processo di indipendenza.
 
4. Che piaccia o no, l’indipendenza richiede anche la necessita’ del governo indipendentista di assumere autorevolezza agli occhi di altri governi. Dopo questo triste referendum dove -a quanto pare- hanno votato meno il 42% degli aventi diritto, la Catalonia non puo’ pretendere di avere autorevolezza e consenso di fronte ad altre nazioni. 
 
Rimango sempre più convinto che la Sardegna avrebbe bisogno di indipendenza per diventare prospera e maggiormente aperta e democratica, ma non penso che il caotico esempio catalano sia un esempio virtuoso, e spero che gli indipendentisti sardi possano rifletterci se vorranno avere il consenso di cittadini come me.