Un'alternativa per la scuola sarda

La scuola sarda e' in uno stato di crisi costante.  Si ripetono regolarmente gli allarmi per l'alto livello di abbandono scolastico, e il fatto che la percentuale di studenti sardi che ottengono titoli di studio secondari e oltre e' minore rispetto ad altre regioni dell'Italia. Per esempio, usando dati Eurostat aggiornati al 2012, il grafico che ho elaborato sotto mostra come il trend di abbandono scolastico e della formazione in Sardegna (la linea arancione) sia tra i piu' alti in Italia (la linea verde). Regioni nel sud d'Italia non fanno molto meglio della Sardegna: in tonalita' di grigio sono riportati i trend per tutte le altre regioni italiane, ma la Sardegna va molto peggio anche rispetto al trend generale in Europa (la linea rossa).


Non esistono, che io sappia, studi sistematici delle possibili ragioni di questo fenomeno. Mentre alcuni sostengono che una delle ragioni vada ricercata in una scuola che mira allo "sradicamento degli antichi codici culturali", ragioni piu' sostanziali potrebbero essere trovate nella cronica mancanza di risorse e investimenti nella scuola sarda.

Qualunque siano le cause di questo disastro (che si ripercuotera' inevitabilmente sul futuro delle nuove generazioni di cittadini sardi),  e' inutile pretendere di fare le stesse cose e sperare di ottenere risultati diversi.

Rifacendomi al mio post "sfasciamo lo stato", un'alternativa per la scuola sarda sarebbe dare piu' controllo e responsabilita' a livello locale: associazioni di genitori, comuni, e altri enti locali dovrebbero avere piu' liberta' nel gestire le scuole locali, anche in concorrenza con la scuola pubblica.


Penso ad un sistema che potrebbe prendere ispirazione dal sistema inglese dove assieme alle scuole pubbliche che seguono il programma nazionale, esistono altri tipi di scuole. Un tipo di scuole sono le Academies: scuole finanziate dallo stato, ma che hanno liberta' di decidere il proprio programma, e liberta' di stipulare propri contratti con gli insegnanti. Questo significa che le Academies hanno la possibilita' di pagare gli insegnanti in modo diverso rispetto alle scuole pubbliche, e di stipulare diversi termini di contratto (per es. diverse ore di lavoro). Un'altra differenza con le scuole pubbliche e' il fatto che, nonostante le Academies ricevano fondi pubblici, possono essere sponsorizzate da business, organizzazioni non-governative o caritatevoli, o altre organizzazioni.

La ragione che guida questo tipo di scuole e' quella di dare autonomia, ma -nello stesso tempo- responsabilita' agli educatori. Mentre lo stato fornisce i mezzi economici, i presidi e i consigli della scuola hanno liberta' di organizzare la scuola, dai programmi ai contratti con i docenti, assumendosi la responsabilita' di dover trovare soluzioni se la scuola non funzionasse.


Un sistema del genere in Sardegna si potrebbe articolare con un modello di partecipazione privata. In un contesto sardo, le scuole potrebbero essere gestite da cooperative private di giovani. Tutti i giovani che attualmente sono tagliati fuori dal sistema scolastico (causa la rarita' dei concorsi, ecc.), potrebbero trovare modo di lavorare in un settore scolastico parallelo a quello tradizionale statale. I genitori avrebbero possibilita' di scelta, e infatti, potrebbero loro stessi creare associazioni o cooperative per gestire una scuola in autonomia.

Per attuare un sistema del genere bisognerebbe non solo sfasciare lo stato, ma anche interessi corporativi che spesso bloccano ogni tipo di riforma e cambiamento. E bisognerebbe rivedere posizioni ideologiche. Per anni difendere il sacro principio della scuola pubblica non ha fatto che mantenere le condizioni di una scuola che e' sempre meno adeguata a rispondere alle esigenze di un paese complesso e in transizione.

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