La mancanza di un orizzonte: il problema dell'educazione in Sardegna

Piuttosto regolarmente in Sardegna si ripetono gli allarmi per l'alto livello di abbandono scolastico in Sardegna (vedi qua e qua per esempio).

Quello che i giornali sardi non sembrano in grado di fare è dare una lettura dei dati che vada al di là dell'immediato e del sensazionale. Basterebbe usare dati facilmente reperibili in in rete per rendersi conto che questi allarmi sull'abbandono scolastico nel 2014 sono solo un ripetersi di un problema che in Sardegna è presente da molto tempo; un problema a cui nessuno (la politica sarda prima di tutti) sembra potere o voler risolvere.

Si può considerare per esempio quanti giovani abbandonano l'educazione e la formazione usando dati forniti da Eurostat, l'ufficio statistico europeo. Il grafico qua sotto mostra come la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni in questa situazione in Sardegna sia più alta rispetto alla media italiana, e molto più alta rispetto alla media europea (considerando i 27 stati dell'EU fino al 2013).  Ma non solo, si nota anche che, mentre la percentuale di giovani che abbandonavano la formazione era in calo tra il 2010 e il 2007 (seppure con notevoli variazioni di anno in anno), questo calo sembra essersi arrestato. Un quarto (25%) dei giovani tra i 18 e i 24 anni abbandona l'educazione o la formazione con un titolo di educazione secondaria superiore o meno. Anche se metodologicamente è una forzatura confrontare i dati regionali con quelli nazionali e sovra-nazionali, possiamo invece vedere qua sotto come la media italiana dell'abbandono scolastico sia in continuo calo in Italia e nell'EU.


L'abbandono della formazione tra i 18 e i 24 anni potrebbe non essere un fatto del tutto negativo se i giovani che abbandonano la formazione trovassero una occupazione. In Sardegna sappiamo bene che questo non è quello che accade. E infatti. le statistiche europee confermano che c'è un'alta percentuale (oltre il 25%) di giovani tra i 15 e i 24 anni che pur abbandonando la formazione non sono occupati, come indicato nel grafico qua sotto. Anche qua si può notare come dal 2008 in poi la tendenza si inverte e si assiste a un aumento dei giovani che non sono né in occupazione né in formazione. La crisi economica potrebbe spiegare questo peggioramento delle condizioni di molti giovani. Rimane il fatto che si assiste al peggioramento di un problema in Sardegna.


L'abbandono della formazione da parte dei giovani si ripercuote anche sulla percentuale di studenti nell'istruzione terziaria, ovvero a livello universitario. La Sardegna ha una bassa percentuale di giovani che studiano all'università rispetto alla media italiana ed europea, come il grafico qui sotto mostra. Ancora una volta, si nota come dal 2008 in poi ogni segno di miglioramento si arresta del tutto in Sardegna.



Questo problema  ha due aspetti importanti:

Il primo è quello dei diritti e della partecipazione sociale. I giovani che abbandonano l'educazione e la formazione sono presumibilmente giovani che in diversi casi non hanno ricevuto gli strumenti culturali necessari per poter partecipare pienamente alla società. Potrebbero infatti essere giovani che non hanno piena conoscenza dei loro diritti o di come attuarli.
 Inoltre, l'abbandono degli studi si associa a ridotte prospettive di occupazione e di guadagno. In altre parole, questi giovani sono a maggior rischio di esclusione sociale.

D'altra parte c'è l'aspetto economico: una cittadinanza meno formata ha meno possibilità di contribuire all'economia, in particolare quando il successo economico di una nazione in Europa si basa sempre più sulle capacità di innovare e rapportarsi al resto del continente e oltre.

Dato questo quadro, cosa fa la politica sarda? Molto poco. Per esempio, uno studio che aveva valutato l'impatto di alcuni laboratori tematici forniti in alcune scuole per "superare la lezione tradizionale", concludeva che questi laboratori non avevano praticamente nessun impatto di rilievo sui risultati che avrebbero dovuto contribuire a migliorare. Nonostante tutte le cautele necessarie nel valutare una singola ricerca, con i suoi limiti, questa ricerca sembra indicare che uno degli interventi attuati dalla politica non sembra funzionare. Questo è preoccupante quando si considera che, in una situazione dove risorse economiche e umane sono limitate, questi programmi spendono risorse senza produrre effetti.

In questo quadro poi si inserisce il continuo sgretolarsi delle risorse per la scuola e l'educazione, come per esempio l'annuncio della chiusura di diverse scuole in paesi della Sardegna.

Il problema maggiore è che sembra mancare un riconoscimento della gravità del problema da diverse parti (inclusi i cittadini sardi). Ma soprattutto, la politica sarda si dimostra incapace di attuare politiche per il futuro, di avere un orizzonte per il domani, ma solo preoccupata a gestire il presente. Il moto della politica sarda sembra del resto essere, da diversi anni, "No future...for you".




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