(Scrissi questa riflessione nel 2011, e probabilmente è ancora attuale)
La crisi delle economie che fanno parte dell’Euro sembra stia minando l’esistenza stessa dell’Unione Europea.
Non c’è dubbio che l’esperimento dell’Euro sia stato portato avanti in parte con eccessiva arroganza, una arroganza che ha impedito di considerare i rischi che si correvano nell’uniformare certi meccanismi monetari in paesi dal profilo economico molto diverso. D’altra parte, i governi europei e le istituzioni europee hanno troppo a lungo cercato di negare l’evidenza, ostacolando soluzioni tempestive e pregiudicando la fiducia nella loro capacità di intervenire in questa crisi.
Una possibile rottura dell’Unione Europea è diventata una possibilità
che, un tempo impensabile, ora viene discussa apertamente. Quello che
mi stupisce è vedere indipendentisti sardi di vari colori che auspicano o
sembrano auspicare una rottura dell’Unione Europea.
Questo atteggiamento mi lascia perplesso. L’Unione Europea non è certo perfetta e ci sono diversi aspetti del suo funzionamento che andrebbero riveduti e migliorati (per es. la sua trasparenza).
Tuttavia non dovremmo dimenticare quello che l’Unione Europea ha
significato in questi ultimi decenni per la prosperità, la pace, e lo
sviluppo sociale ed economico dell’Europa. E soprattutto, non dovremmo
dimenticare che se oggi possiamo concretamente pensare che piccole nazioni possano diventare stati indipendenti lo dobbiamo soprattutto all’Unione Europea.
Se oggi possiamo considerare che una piccola nazione come la Scozia o la Sardegna
possa diventare indipendente e non solo sopravvivere, ma possibilmente
diventare prospera tanto da garantire un tenore di vita dignitoso ai
suoi cittadini, questo lo dobbiamo al fatto che l’Unione Europea
fornisce una struttura che garantisce sicurezza e l’accesso a mercati per i propri prodotti.
Mentre queste funzioni, difesa e commercio, erano appannaggio degli
stati, con l’Unione Europea queste funzioni sono passate alla struttura
sovra-statuale. Significa quindi che una piccola nazione come la Scozia
non ha bisogno della potenza inglese per difendersi o per poter
garantire scambi commerciali con altri paesi, perché difesa e commercio
sono garantiti dall’Unione Europea.
Se molte nazioni in Europa si avvicinano all’indipendenza (Scozia, Catalogna, Fiandre), questo è anche perché, come sostiene Adam Price, piccoli stati godono di diversi vantaggi economici
rispetto a grossi stati che fanno parte dell’Unione Europea. Tra le
ragioni di questo vantaggio ci sarebbe la possibilità di piccoli stati
che si specializzano in alcuni settori di raggiungere mercati più ampi
dove esportare, e l’esportazione produce ricchezza. Adam Price parla
apertamente di “benefici” dell’indipendenza (benefici che ovviamente non sono automatici, ma si realizzano se un piccolo stato fa le mosse giuste).
È probabilmente anche significativo che piccole nazioni (per es.
Slovenia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il Montenegro) diventino
indipendenti con la prospettiva di entrare nell’Unione Europea: ovvero,
l’esistenza dell’Unione sembra essere stata in molti casi un fattore che
ha istigato o accelerato il processo di indipendenza.
Ci sarebbe poi da considerare la pace che l’Unione
Europea ha contribuito a mantenere nell’Europa che era stata devastata
da due conflitti mondiali e altri conflitti durante la prima metà del XX
secolo (per es. la guerra civile in Spagna).
Ci sarebbe da considerare il fatto che i cittadini europei godono degli stessi diritti
in tutti i paesi dell’Unione, e che i principi e valori sanciti dai
documenti dell’Unione (per es. la Convenzione europea per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo) hanno garantito diritti basilari in
paesi dove questi diritti erano stati soppressi per lunghi periodi
storici (vedi i regimi comunisti in paesi come l’Ungheria e la
Cecoslovacchia).
Ci sarebbe da considerare il fatto che l’Unione Europea garantisce
programmi di scambio negli studi, permettendo a studenti europei di
formarsi in altri paesi, e finanzia collaborazioni nella ricerca tra i
paesi europei, contribuendo all’innovazione e lo scambio di conoscenze
in vari paesi.
Infine ci sarebbe da considerare quanto l’Unione Europea ha fatto e fa per cercare di colmare il divario infrastrutturale ed economico in varie regioni.
Certamente l’Unione Europea non è perfetta, e la crisi economica sta
mettendo a dura prova il suo funzionamento. Tuttavia una sua rottura
potrebbe riportare l’Europa in uno scenario molto più instabile, uno scenario dove l’indipendenza di piccole nazioni potrebbe non essere più così facilmente pensabile, né praticabile.
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